Mi sono appena resa conto che domani è la festa delle donne e da professionista sanitaria della sfera femminile non posso non scrivere il mio pensiero, triste direi, su quello che la donna si è persa in questa “emancipazione”.

Ci sono momenti storici che ovviamente non ho vissuto di persona, ma ho la fortuna di avere ancora una splendida nonna di 95 anni con una mente lucida e fresca su tutto quello che è il suo passato, soprattutto sugli eventi atmosferici (si ricorda i mesi e gli anni delle varie piogge, nevicate, il gran caldo o il gelo!) e sugli aspetti storici e culturali. Grazie a lei riesco a “vivere” il suo vissuto, la sua paura, la sua gioia e speranza dei suoi anni.

Lei mi racconta…

Noi bambine venivamo educate per essere donne, cuoche, madri, aiutanti della famiglia, per tirare avanti non solo la nostra famiglia ma anche quella dei vicini, di chi aveva bisogno. Ci si aiutava a lavorare, a mangiare quando non c’ era molto, ci occupavamo dei bambini, della donna che partoriva , dei malati e di chi moriva (ERANO AFFARI NOSTRI!) . Questa era la normalità. Si nasceva e si passava nell’altra vita in casa, insieme. Noi donne sapevamo tutto! Noi donne ci aiutavamo.”

Ho voluto mantenere le sue parole, che per me sono emozionanti, grazie anche alla passione dei suoi racconti di una vita vissuta in questa direzione. Mi dice anche che lei non capisce noi giovani, prese dal lavoro, dal voler essere superiori agli uomini dal punto di vista lavorativo…e che ci perdiamo molto altro.

La figura femminile si è trasformata, evoluta.. Sicuramente in un senso positivo se parliamo di diritti sociali, civili e politici, ma, per quanto mi riguarda, anche negativi.

Ci siamo affermate in un contesto lavorativo con grande difficoltà ma con ancora oggi enormi differenze di potere, anche economico, dall’uomo, non rinunciando al principale ruolo di madre, moglie, casalinga, perché il nostro retaggio culturale è ancora basato sull’ ideale che la donna è colei che determina il benessere della famiglia, della casa.E’ questa la vera indipendenza ed apertura per la quale le nostre antenate hanno combattuto?!

Ci siamo allontanate completamente dal SAPERE della donna, dall’AIUTO fra donne, dall’ESSERE donna consapevole del proprio corpo e destino e abbiamo iniziato così a medicalizzare il nostro essere e corpo, a delegare alla scienza il nostro sapere, rendendoci sempre più un involucro, un contenitore.

Ditemi voi se non è triste ???

Il mio pensiero va inoltre a quelle numerosissime donne e bambine, vicine e lontane, che ancora oggi subiscono violenza, sottomissione, pausa, rabbia in ogni sua forma.

Vogliamo unirci per difendere ciò che davvero siamo, combattere per tutte queste donne?

Dobbiamo cominciare ad educare i nostri figli sulla consapevolezza di ciò che siamo e che vogliamo diventare, sulla disponibilità all’aiuto di chi ha bisogno, rispettare le fasi della vita, essere responsabili di ciò che si compie, accettare la diversità, dedicare tempo alla salute, al corpo e alla mente, ad amare se stessi e gli altri.

Non credo sia così difficile!

Io festeggio così, non per quello che siamo diventate, ma per quello che dobbiamo diventare!

Domani alle mie bambine spiegherò la fortuna di essere Donne!

#insiemeperunfuturomigliore